Vasi di Visi e Visi Diversi
'Vasi di Visi e Visi Diversi’, una mostra a cura di Alessandro Guerriero e Alessandra Zucchi, in collaborazione e per Fondazione Istituto Sacra Famiglia Onlus. L’esposizione propone un’unica sorprendente collezione composta da 20 ‘Vasi di Visi’, realizzati a mano nel laboratorio di ceramica dagli ospiti di Sacra Famiglia su progetto e a firma di 20 artisti e designer, e 50 ‘Visi Diversi’, formelle con gli autoritratti degli ospiti della Fondazione oltre a 9 ritratti ad olio su tavola degli stessi ospiti realizzati da Grazia Mazzone.
La generosità ha animato l’intero progetto: quella degli artisti, che condividono la propria creatività, quella di chi coordina con passione le attività dei laboratori e quella di chi acquisterà le opere, che sarà possibile prenotare e ritirare al termine della mostra. Il ricavato delle donazioni così raccolte andrà a favore di Fondazione Sacra Famiglia per lo sviluppo e il sostegno delle sue attività.
Il viso
Fronte, occhi (con ciglia e sopracciglia), naso, bocca, orecchie, capelli, mento, guance: viso. E poi il ritratto.
Ma apprestandosi a farsi ritrarre, il viso si scopre come il luogo di un supporto pittorico, una superficie che si auto- decora realmente o simbolicamente per trasmettere un senso di sé.
Da questo punto di vista ogni persona diventa un ritrattista che interpreta con il proprio viso il concetto del proprio apparire.
E infatti, frutto di auto-progettazione, dipingendosi o atteggiandosi, il viso trasmette uno specifico modo di essere. Ma così, il ritratto cessa di essere ciò che il senso comune vuole (il rispecchiamento dell’essenza di una persona) per rivelarsi come ciò che coglie soltanto un attimo di vita di questa persona: un istante che forse la persona vorrebbe eterno ma che in realtà è la maschera che la persona abita in quel momento.
Da notare che in questo modo il viso e la maschera diventano indistinguibili. E questo accade sempre, perché l’attitudine del viso è sempre quella di mostrarsi come ritratto, così da esprimere il sé come un sé permanente. Strumento di questo permanere è lo specchio, di fronte al quale il viso – usando a seconda dei casi colori, matite, pennelli, gel, forbici e pinzette quasi fosse un pittore o uno scultore – costruisce la propria maschera, l’espressività eterna ma predisposta per la giornata.
Il viso: il viso che è ritratto: il ritratto che è maschera: la nascita del viso come maschera.
Alessandro Guerriero